Dal settembre 1961, Livia iniziò con supplenze l’insegnamento di materie letterarie alla Media, a Milano e negli anni seguenti con incarichi regolari a Meda e a Cormano. Nel dicembre ‘61, la mia Mamma cadde e riportò la frattura di un femore. Accorsi e provvidi per l’ingessatura. Le piaghe di decubito ce la sottrassero il 30 dicembre ’61, a quattro anni esatti dalla perdita di Papà. Di nuovo a Milano, dipinsi la Tuffatrice, dono di nozze a Gabriella Castorina. Modellai in lamiere di ferro saldate, la Danzatrice, collocata a Villa Carlotta, Cadenabbia, sul Lago di Como. Realizzai il gigantesco Teddy Boy, che esposi nel parco della Galleria di Enzo Pagani Il Grattacielo, in via Brera. Mi scatenai quindi nel tracciare, in inchiostro a pennello su ampi fogli, una serie di figurazioni mostruose a mezzo busto. Presi ad estrudere, da speciali trafilerie industriali compiacenti, matasse tubolari di fertène policromo (recente prodotto della Montecatini), che assestavo mozze, in singolari accorpamenti. Modellai e saldai altri spezzoni metallici cosparsi di fusioni di elettrodi. Ed esposi tutto ciò, dal 5 al 20 giugno ’63, con la denominazione unitaria di Ciclopi nella Galleria ‘L’Indice’ di Emilio Maria Tumminelli, in via Santo Spirito. Seguì una incredibile processione di visitatori. Lo scultore Francesco Messina comprò un disegno. Annamaria Raini (Mostre a Milano. Le Arti, A. XIII, N. 8, Milano 1963, p. 30) scrisse:“… La Galleria ‘L’Indice’ ci ha mostrato delle composizioni plastiche tra le più efficaci di oggi con la serie dei ‘Ciclopi’ di Giuseppe Consoli. Forme forgiate in rugosa materia di ferro, o tirate su di peso dall’intricato viluppo di budelli in fertene colorati: si direbbero corpi di una compressa vitalità organica, che si protendono a cercare un respiro da tutti quegli orifizi rimasti boccheggianti dal tronco…”. Ne manifestarono vivo interesse Gino Traversi (Le Arti e gli Artisti, Finarte, n. 4, Milano, p. 31) e Salvatore A. Buffo (Artisti siciliani a Milano: Violenti e aggressivi i “Ciclopi” di Giuseppe Consoli, Corriere di Sicilia, Catania 14 giugno 1963.