Antologia critica
Anni ’40
1947
Santi Luigi Agnello
Giuseppe Consoli, pittore aristocratico, il quale distende sulla superficie colori puri, decorativamente belli. Questa sensibilità raffinata risalta soprattutto nelle Donne del gallo anche se in questo dipinto alcune notazioni non persuadono, e nell’Autoritratto con racconto.
“I pittori alla 1^ Regionale d’arte di Siracusa – 87 pittori espongono a Siracusa”
Giornale di Sicilia, Palermo, 19 settembre, p. 2
1948
Lino Manocchia
Crediamo migliore il pittore Giuseppe Consoli, che è il più apprezzato della sala. Un suo splendido acquerello incontreremo in corridoio . Pur mantenendosi in una tecnica personale e vivida, non ha trascurato un certo calore artistico. Presenta: Scoparo e Ragazzi in bicicletta.
“Cronache dell’Abruzzo-Molise – Alla II Biennale d’Arte – note e impressioni
Il Momento sera, domenica 29 agosto, p. 2
Anton Ferrante
…Torna ad interessarmi subito Giuseppe Consoli. Questo acquerello Ragazzi in bicicletta io non lo avrei disgiunto da quel chiassoso Scoparo. meglio avrebbero rivelato, assieme, la spiccata personalità di questo artista.”
“Artisti d’Abruzzo alla 2^ Biennale d’Arte
Il Messaggero di Roma, martedì 24 agosto, p. 2
Franco Manocchia
Non soltanto perché anch’esso isolano io credo di poter accostare con azzeccato parallelismo la pittura di Giuseppe Consoli alla narrativa di Vitaliano Brancati. In comune Consoli e Brancati hanno quel carattere di uomo chiuso dal mare e staccato dal resto del mondo per cui, ogni volta che il mondo accoglie qualche lavoro di costoro, è sempre una sorpresa nuova quel loro estendersi sulla tela e sulla carta con un linguaggio tutto particolare; particolare anche se non indecifrabile per quel certo calore intimo e gelosamente personale di «gente chiusa dal mare». Giuseppe Consoli, siciliano da ventinove anni e solo da qualche mese abruzzese, è venuto a questa seconda Biennale d’Arte Abruzzese con due lavori (…) che hanno suscitato e raccolto un unanime plauso e consenso (…) Consoli presente a questa Mostra è privo di quel celebralismo rettorico caro ai troppi ringhiosi e molto falsi * * * *. Ne lo Scoparo si scorge (…) una calda sincerità emotiva (…) Così anche in Ragazzi in bicicletta – acquerello sul cui valore non mi stancherò mai di battere – v’è un magnifico giuoco d’assieme convincente e franco in una facile soluzione del difficile gioco delle masse, delle dimensioni, eppure ancora molto umano nella schietta illustrazione di due chiari volti di giovanetto.
“Giuseppe Consoli – uomo chiuso dal mare “
Il Corriere della Sera, giovedì 26 agosto, p. 2
Franco Manocchia
Giuseppe Consoli (…) ha una visione originale della realtà stessa, intesa ad una sincera valorizzazione di elementi espressivi, col risultato di un vivace cromatismo, puro dai confronti veristi, ed impegnato nel diretto slancio espressivo di elementi narrativi. Del resto, l’acquerello Ragazzi in bicicletta ed un buon «Disegno» dichiarano la medesima intenzione di quel bel brano pittorico ch’è lo Scoparo. Consoli intende narrare un episodio ch’è stato il pretesto che, in effetti, ha finito di essere tale per chiudersi entro uno spontaneo e coerente ordine di colori e di linee che energicamente si compongono nel giusto rapporto degli spazi e delle misure.
“Alla II Biennale – I Surrealisti”
Il Momento – sera, Anno III, n. 213, venerdì 10 settembre
Bruna Boto
(…) Della realtà naturale il Consoli si serve per trarne lo spunto iniziale, l’occasione; ma poiché considera l’arte, in genere, racconto, egli vuole rapportare a modo suo, con una logica delle forme e del colore, indipendentemente da tutto ciò che possa essere classificazione ideologica od «ismo» . Il Consoli si serve con criterio indipendente di tutte le più recenti premesse polemiche dell’Arte moderna, senza cioè incanalare in esse la propria vena spontanea, ma attuandone od esperimentandone talune conquiste, perché ciò può incontrare il senso della sua ricerca formale. Egli considera infatti in blocco tutta la crisi figurativa contemporanea come una crisi essenzialmente formale oltre che sostanziale. Persuaso della natura tipicamente cromatica di tutta l’arte figurativa, questo pittore vuol dimostrare come sia possibile realizzare anche delle composizioni plastiche il cui risultato totale sia completato ed esteso da una combinazione di pittura e scultura, ove cioè sul volume, espresso nella sua sintesi normale, si inseriscano valori cromatici, che simulino l’effetto plastico e, viceversa, su di una massa cromatica unica il movimento plastico della superficie ricavi variazioni del colore. In definitiva Consoli intende realizzare, in pittura più che in scultura, valori di decorazione, in senso nettamente tradizionale, fedele alla funzione di «racconto estetico», che dalle più lontane origini della civiltà figurativa ha sempre esercitata la pittura, specie tra noi mediterranei. Questi in sintesi il pensiero e l’idealità di Consoli. Pensiero ed idealità, che (…) hanno una loro personalità spiccata e prepotente.
“Il «racconto» di Consoli”
Il Messaggero di Roma, martedì 28 dicembre- Messaggero d’Abruzzo e Molise
Antonio Corsaro
Sopra un oggetto locale si può sempre tentare una esperienza europea. L’Etna così diventa un cono surrealista, le Galline chiocciano in francese, il volto arabizzante d’una ragazza siciliana si copre d’arabeschi espressionisti. Ma soltanto in Consoli ho ammirato quell’impegno eroico a parlare, per esempio, di Fichidindia con accento assoluto. Occorre insistere con maggiore libertà, con tutta la bellezza da conquistare.
“Mostra d’Artisti siciliani”
Art Club, Anno II, n. 6, maggio, p. 4