Antologia critica
Anni 2000
2000
Sebastiano Grasso
La pittura di Giuseppe Consoli (nato a Catania, nel 1919, alle pendici dell’Etna) erutta lingue di fuoco, poi scompare per anni fino alle successiva colata di colore. Questa volta vediamo un Consoli assolutamente nuovo: è il lavoro degli ultimi 15 anni, che ora presenta dopo la mostra alla ‘Ciovasso’ del 1984. Conosciamo Consoli dalla Quadriennale del 1948 e dalle sue partecipazioni ai primi Premi Suzzara. Per quanto egli fosse uno studioso appassionato di arte antica, la sua era una pittura che seguiva con sensibilità e originalità quasi eccentrica, tutti i percorsi del moderno. Ancora una volta, Consoli non tradisce. Studioso degli anomali capolavori di arte antica dai Giuochi del Palazzo Borromeo, al fiammingo ‘Trionfo della Morte’ del Museo di Palermo, Consoli presenta ora spunti di pittura surreale, come se avesse messo in un computer le sue fantasie desunte da quei capolavori. Fino a ieri le esplosioni di Consoli erano trattenute da una griglia picassiana, come limite insuperabile rispetto al suo precedente realismo. Ora se n’è completamente liberato facendo danzare forme astratte su fondi neutri come dipingesse su vasi di ceramica. I quadri di questo periodo non sono però forse da guardarsi uno per uno o come opere compiute. E’ preferibile vederli di seguito, uno accanto all’altro come in un galoppo fantastico, come tante successive imprevedibili variazioni.(Libreria dell’Angolo)
“Guida alle mostre: Giuseppe Consoli”
Corriere della Sera, martedì 1 febbraio